
ARTICOLO DEL 20.01.2025 [Tempo di lettura: 4 min.]
A cura di Federico Pasqualoni
L'identità sportiva - La creazione
Il concetto di identità
«Chi o che cosa sono? E chi o che cosa rappresento per le persone che mi circondano?».
Sembra che, per l’essere umano, provare a rispondere a queste domande sia un forte bisogno. E, ad aiutare a individuare le risposte, è il concetto che introduciamo con questo articolo: la percezione della propria identità.
Quest’ultima, rappresenta la concezione che abbiamo di noi stessi sia nella sfera personale che in quella legata all’interazione con il mondo.
In quanto esseri umani, costruiamo la nostra identità in relazione a fattori personali e fattori esterni, e la stessa quindi, si presenta come il risultato di processi psicologici uniti alle dinamiche socioculturali proprie del contesto in cui viviamo.
Se diamo per assodato che con lo scorrere del tempo cambia anche la nostra persona, siamo tenuti a considerare l’identità come un concetto mutevole e in continua evoluzione, che non può avere una definizione precisa valida per una vita intera.
Ciò che è importante sottolineare è che, in qualsiasi momento della propria vita, ognuno di noi risponde a suo modo alle domande riguardanti chi crede di essere. Dunque, ciò che ne consegue, è la nascita del senso e del ruolo che nel presente attribuiamo al nostro stare al mondo, attraverso i quali guidiamo i nostri pensieri e le nostre azioni.
Per focalizzarci sui nostri giovani atleti, dobbiamo innanzitutto ricordare che l’adolescenza è l’età in cui ci si inizia a rendere conto di avere e volere un’identità propria, e dopo di che spiegare perché nel processo di creazione identitaria possa essere fondamentale lo Sport.
Quando tra allenamento e gara trovi risposta alle domande della vita, per forza di cose e senza neanche saperlo dici a te stesso e al mondo: “io sono atleta”.
Quest'ultimo, infatti, rappresenta il mezzo attraverso cui soddisfare bisogni e necessità, oltre che un'occasione per esplorare sé stessi e sé stessi all'interno di un contesto, a prescindere dal livello e dalla disciplina.
A questo punto, potremo allora parlare di identità sportiva, comprendendo meglio quegli individui che associano il concetto di Sé alla loro attività sportiva sulla base dei significati che le attribuiscono.
Parleremo, quindi, in questo articolo di quali sono le motivazioni che conducono alla creazione dell’identità sportiva in giovane età, permettendo così di introdurre futuri articoli sulle sue caratteristiche, sui rischi e vantaggi che ne possono derivare.
Identità sportiva - Le radici personali
E’ importante affrontare il tema riguardante i desideri che i giovani sentono di avere, e se e come essi siano soddisfabili attraverso lo sport.
Ad esempio, possiamo parlare dell’impulso innato al gioco (la matrice delle prime forme di Sport), caratterizzato da un bisogno di confronto che è proprio di tutti noi.
Lo Sport, in quest’ottica, permette sin dalla giovane età di rapportarci con ciò che ci circonda, attraverso un confronto che è alla base della competizione sportiva.
Inoltre, considerando che per praticare c’è bisogno di inserirsi all’interno di un contesto, l'atleta riesce ad andare incontro al desiderio di appartenere ad un “insieme” sentendosi incluso ed integrato.
L’insieme, in questo caso, è composto da regole, abitudini, e pratiche dell’essere atleta, dalla gestualità propria della sua disciplina specifica, dal contatto con le figure di riferimento, o dai compagni di squadra se parliamo di sport di gruppo.
A livello psicologico invece, possiamo sottolineare l’importanza di associare lo Sport ad un'attività in cui i sacrifici richiesti si legano indissolubilmente alle ricompense che possono generare, venendo da quest’ultime giustificati.
Nel momento in cui l’impegno sportivo può produrre un riconoscimento personale che aumenta il livello di autostima, avviene un avvicinamento naturale, automatico e inconscio alla pratica sportiva, e una volontà di identificarsi in essa.
Questo perchè l’autostima, in quanto fiducia nelle proprie capacità di sopportare e superare le sfide, rappresenta un bisogno fondamentale per l’essere umano e un’influenza fortemente positiva nella creazione identitaria.
Inoltre, poiché ogni singolo deve affrontare da solo le difficoltà emotive di queste sfide, possiamo comprendere perché sentirsi uno sportivo soddisfi anche il desiderio di indipendenza e autonomia.
Infine, sul piano fisiologico, sappiamo che l’adolescenza è una fase della vita piena di cambiamenti fisici. Associare lo Sport ad un aiuto per comprendere e gestire la propria trasformazione fisica, in una fase piena di domande sul proprio aspetto corporeo, favorisce l’identificazione.
Identità sportiva - Le influenze esterne
L’identità sportiva si crea anche sulla base di desideri che nascono e si alimentano a causa di influenze esterne.
Nonostante sul piano scientifico l'identità è ciò che ci rende unici, sul piano della percezione personale l’etimologia della parola “identità” – dal latino idem (medesimo, lo stesso) – ci fa pensare che ciò che si è possa essere identico a un qualcosa che è già (ad esempio un’idea, un concetto, un modo di essere).
A pensar bene, voler somigliare ad altri è spesso alla radice della creazione identitaria, e l’identità sportiva, purtroppo, è anche spesso generata da codici copiati all’atleta tipo, e incollati
nell’immagine di sé.
Come possiamo, allora, non citare tra le influenze esterne dei modelli di riferimento proposti dai social media? Nel web, la presentazione dei modelli di riferimento, crea degli schemi fatti di codici ben precisi da seguire.
Lo sportivo contemporaneo “di successo” , infatti, porta con sé un alone di riconoscimento sociale e successo economico che è fortemente desiderato nel vissuto di chi sta cercando la sua strada.
Nel momento in cui il giovane atleta associa la pratica sportiva anche alla possibilità di accedere a questi tipi di risvolti, quindi, il confronto con i personaggi che “influenzano” sui social è ovvio e la volontà di essere visto come sportivo è solo una conseguenza.
Il desiderio di essere considerati e apprezzati rientra nella categoria dei bisogni primari di cui fa parte anche l’autostima, che si ripresenta quindi non non più sotto forma di percezione delle proprie abilità, ma connessa ai riconoscimenti esterni. Questi ultimi, vengono spesse volte dalle figure educative che si inseriscono nel suo percorso sportivo.
Per chiudere, è quindi giusto inserire anche allenatori, docenti, e genitori (di cui si parla meglio nei contenuti sul trio educativo) tra le influenze alla creazione dell’identità sportiva. Nei loro comportamenti, chi a supporto delle prestazioni sportive e chi di quelle accademiche, conducono spesso il giovane atleta a dover scegliere tra “essere atleta” o “essere tutt’altro”, indirizzandolo spesso non solo a percepirsi un ”io-sportivo”, ma l’unico “io” possibile.